OuvirVer

Meydene. Può un museo digitale tradurre l’anima di Marrakech?

Mentre alla Medina, già dalle prime ore del mattino, il rumore di carretti si confonde con il richiamo dei muezzin, a Meydene, dall’alta parte di Marrakech, c’è un placido silenzio.

Qui, anche la quiete sembra essere un privilegio per pochi.

Per chi visita per la prima volta questa vibrante città del Marocco, la sensazione è che tutto si concentri nel suk e attorno a Piazza Jema El Fna. È lì che la vita scorre e si fa sentire in modo prepotente.

piazza jna el fna

Nel traffico caotico tra motorini, carretti, asini che trainano una quantità inverosimile di tappeti. Taxi alla disperata ricerca di turisti disorientati.

É lì che mani lavorano in modo incessante la pelle, la lana, la paglia. Dipingono targhe che elencano professioni in arabo, incollano perline, disegnano tatuaggi con henné.

É lì che gli odori della carne macellata ed esposta all’aria aperta si confonde con quello del ferro, dei gas di scarico, di terra secca.

É lì che gatti al limite della magrezza contendono qualche boccone con galli che spuntano per strada all’improvviso.

Mestieri improbabili, come la pesapersone o desueti, come lo sciuscià, si ostinano a conquistare clienti in una città dove la maggior parte delle persone non è in sovrappeso e cammina in ciabatte.

Marrakech, Meydene

Niente di questo è visibile o sembra appartenere alla zona della M Avenue, nel quartiere di Meydene. Qui “la città rossa” si fa candida, mischia il bianco e il vetro.

In questa parte della città, guardie giurate sorvegliano le vetrine di diverse boutique del lusso. Passando davanti a questi “non luoghi” che ricordano un outlet europeo, si avverte l’aroma di fiori d’arancio.

Marrakech, Meydene

Il rumore è quello dei giochi d’acqua della fontana di un condominio esclusivo, dove dai balconi donne con il capo coperto dal velo puliscono energicamente.

Sul marciapiede, la pubblicità suggerisce ai passanti il nome di cliniche di igiene dentale o di chirurgia estetica.

Arrivo qui per conoscere la sede di un’istituzione culturale considerata una delle più all’avanguardia in nord africa: il Meydene Cultural Center.

Marrakech, Meydene

Inaugurato nel dicembre 2021, è uno spazio culturale che colpisce già esternamente. L’edificio è stato progettato dall’architetto francese Didier Lefort, insieme all’architetto marocchino Khalid El Kasmi.

Oltre ad ospitare un grande teatro, palco di spettacoli e concerti e capace di ospitare fino a 400 persone, si propone come il primo museo interattivo del paese.

Marrakech, Meydene

Il primo piano ospita l’esposizione “Je suis Marrakech”. Attraverso panelli intelligenti che si attivano non appena il visitatore si posiziona davanti al totem, un loop di testimonianze di locali e stranieri di tutte le età raccontano frammenti di vita, tradizioni e l’amore per questa città.

Marrakech, Meydene

Si nota, ad esempio, come questa sia una società prevalentemente patriarcale, legata da culture apparente simili, ma con sostanziali differenze come quella araba e quella berbera.

L’unico appunto: per una migliore fruizione ed evitare che l’audio del panello si confonda con quello accanto, creando un effetto cacofonico, suggerisco alla direzione l’uso di cuffie individuali.

Nel percorso di visita, un lungo panello con effetti ottici disegna virtualmente delle cartoline e fa sì che il visitatore si immerga in luoghi iconici della città.

Marrakech, Meydene

Nella sala successiva il protagonista è il soffitto, decorato con trecento oggetti di uso comune nella quotidianità marocchina: gabbie, tajine, lampade, abiti, valigie. Non seguono un ordine preciso e sembrano riprodurre l’accumulo di merci esposte nel suk.

Marrakech, Meydene

Il climax del percorso di visita è l’ultima sala, ambiente totalmente interattivo dove pareti e pavimenti proiettano un loop di video con immagini come quella del deserto, di un cielo stellato, delle montagne dell’Atlante o di una tempesta di sabbia che avvolgono lo spettatore in uno spettacolo travolgente.

L’illuminazione cambia repentinamente, la combinazione di audio e immagini creano un vortice emotivo e forse sarebbe utile avvertire i visitatori sulla possibile sensazione di disorientamento.

Marrakech, Meydene

Nella lingua araba, potrebbe essere definito come “Riḥla”, parola usata per riferirsi sia a un viaggio che al racconto scritto di quel viaggio, o diario di viaggio.

Mi fermo a pensare se il digitale sia capace di “tradurre” l’anima di Marrakech. Chi arriva fin qua sa che questa città è fatta soprattutto di odori, di incontri voluti o casuali, di trattative a volte estenuanti. Il rischio è che a Meydene tutto questo possa sembrare “filtrato”.

Forse questi due lati della città non sono inconciliabili, ma suggerirei una visita a Meydene solo dopo aver conosciuto la Marrakech storica.

Meydene Cultural Center: Aperto da lunedì a domenica dalle 10 alle 22. I biglietti costano 130 dirham (circa 13 euro) per i visitatori stranieri e 100 dirham per i locali. Precisando de assessoria para a sua viagem, vale comigo! 

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *